
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Marco 3, 1-6
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Recita
Elin Bartolini
Musica di sottofondo
Al Vangelo: Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Alla meditazione: Musica di Renata Russo
Meditazione
Fra Roberto Pasolini
Briciole di Parola è il commento alle letture del giorno del Centro Aletti. La guida: Fra Roberto Pasolini, frate minore cappuccino, biblista, che ha frequentato l’Atelier di Teologia del Centro Aletti nel 2016-2017.
Si ringrazia il Centro Aletti per la gentile concessione all'utilizzo dei suoi contenuti audio e video.
https://www.centroaletti.com
Meditazione
Il racconto del combattimento tra Davide e Golia è ricco di profondi insegnamenti spirituali. Naturalmente dobbiamo leggerlo non come un pretesto per scagliarci contro la ferocia dei nostri nemici ma come un testo in cui scoprire come il nostro nemico più grande e temibile in fondo sia sempre la paura di rischiare tutta la nostra vita, soprattutto quando qualcosa di molto aggressivo davanti a noi sembra minacciarla. Il giovane Davide si lascia toccare e interpellare da una situazione di emergenza fino a mettere in gioco tutta la propria abilità e la propria disponibilità pur di salvare Israele dall'insidia dei Filistei. Mentre il re Saul guarda le cose secondo il loro aspetto e la loro statura, Davide decide di affrontare il combattimento confidando unicamente nel sostegno di Dio, di cui conserva una viva memoria.
Davide attinge da suo rapporto con il Signore tutta la fiducia per potersi esporre personalmente e per misurarsi con una difficoltà che evidentemente, è superiore alle sue forze. Anche il Signore Gesù non può che trovare nella memoria eterna della misericordia del Padre le risorse per affrontare la durezza dei cuori di quanti stanno dentro la sinagoga senza alcuna compassione per quell'uomo con la mano paralizzata. In questa situazione apparentemente meno drammatica di quella di Davide e Golia, i nemici di Gesù non sono riconducibili a una sola figura da abbattere, ma ciò che bisogna sfidare e vincere è una certa immagine di Dio che rischia di schiacciare l'uomo nel suo fondamentale bisogno di una vita sana e piena.
L'epilogo dell'episodio evangelico è molto diverso da quello di Davide e Golia, dal momento che Gesù non sembra in grado di far crollare subito quel sistema religioso che, annullando la parola di Dio, tiene l'uomo relegato in una vita schiava della paura e figlia della rassegnazione. Mentre i Filistei si diedero alla fuga, i farisei invece quel giorno uscirono subito con gli erodiamo e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Eppure mostrando quale grande libertà interiore ci possa essere in un figlio di Dio, il Signore Gesù si rivela capace, come Davide e anche più di Davide di sfidare tutto ciò che minaccia il nostro desiderio di vivere fino in fondo la logica dell'amore più grande, quello in cui non si ha più paura di affermare con tutta la nostra vita tutta l'importanza della vita dell'altro.