Marco 10,17-27: "L'avere non basta...". (Commento di Paolo Ricca (da "Uomini e profeti")



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Marco 10,17-27

Testo del Vangelo
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».
Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

Recita
Sabrina Boschetti

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Paolo Ricca. Brano audio tratto da "Uomini e profeti", trasmissione di RaiTre

Meditazione
Lui è ricco allora diciamo ha tutto quello di cui ha bisogno, tutto il desiderabile, però si accorge che questa ricchezza non è tale da dargli il senso della vita. Quando lui dice: “Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Se noi dovessimo tradurlo in linguaggio contemporaneo potremmo dire:”Cosa devo fare per dare un senso alla mia vita?”, un senso che per così dire valga davanti al giudizio di Dio. Evidentemente le ricchezze…io sono ricco ma mi accorgo che le mie ricchezze non bastano a dare senso…

Infatti c’è una vena di tristezza, come poi si dirà alla fine che attraversa quest’uomo, no?

Però lei ha ragione quando parla della complessità. Questo è un uomo che intanto osserva i comandamenti, è un uomo probo, è un uomo onesto, è un uomo come si deve insomma, un uomo perbene…ecco, ma nello stesso tempo ha un’ansia, ha una volontà di ricerca, non è soddisfatto, quindi è proprio questa complessità che lo rende anche vicino a noi…a parte la ricchezza…però il fatto che insomma l’avere, per riprendere Fromm, l’avere non è essere.
L’avere non basta…

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