Novena a S.Chiara (7.giorno)



Testo della Novena
Nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.

Audite poverelle, dal Signor vocate
Viviate sempre en veritate e in obedientia moriate

Il 1224 è stato l’anno delle stimmate di Francesco e del manifestarsi della mia malattia, che è apparsa da subito grave, tanto che si pensava che sarei morta prima io di Francesco... invece gli sono sopravvissuta ben 27 anni!
Non si sa esattamente che malattia fosse: di sicuro ebbe periodi di maggiore e minore gravità. Secondo Pacifica, una delle mie prime sorelle, si trattava di uno sfinimento conseguente alle privazioni a cui mi ero sottoposta nei primi anni di vita religiosa. Devo riconoscere che, effettivamente, nel fervore della giovinezza, il desiderio di offrire tutto per amore del Signore, mi portò a sottopormi a molte penitenze e privazioni, e dovette intervenire Francesco, insieme al Vescovo di Assisi, perché le limassi un po’. Faceva parte della religiosità del mio tempo, dopo tutto, desiderare di imitare e condividere le sofferenze anche fisiche di Gesù. Infatti, invitando Agnese di Praga a mirare Cristo nella sua passione, le scrivevo: «Guardalo, consideralo, contemplalo, desiderando di imitarlo. Se con lui patirai, con lui regnerai, soffrendo con lui, con lui godrai, morendo con lui sulla croce della tribolazione, possederai con lui le eteree dimore negli splendori dei santi».

Ho abusato delle mie forze e, lo ammetto, non è stato facile accettarne la sconfitta, e vedere fallire il modo di servire il Signore, che avevo intrapreso, pensando che fosse secondo la sua volontà. Io che ho desiderato andare in Marocco a morire martire, come i primi frati minori uccisi là nel 1220, ho dovuto riconoscere che era un altro il martirio-testimonianza che mi era chiesto.

La malattia è stata una scuola di pazienza e di umiltà, che mi ha insegnato ad accettare di essere servita e dipendente dalle altre, e a guidare la comunità con la mia impotenza, più che con le mie parole e le mie opere. Ciò ha portato ad un cambiamento di rotta: passare da una povertà scelta volontariamente e con entusiasmo, a una povertà accolta, talora anche con dolore, attraverso la quale, però, ho potuto cogliere maggiormente che, non ero io che mi salvavo con le mie forze, ma era il Signore il Salvatore!
Questo passaggio mi ha fatto entrare più profondamente nella sapienza della Croce, della debolezza in cui si rivela la potenza di Dio. E di questa potenza il Signore si è degnato di farmi strumento, cosicché quando facevo sui malati il segno della croce, le malattie fuggivano in modo meraviglioso. Accanto alle guarigioni, ci furono altri segni e miracoli che il Signore compì per mio mezzo.

I miei capelli
I miei capelli taglierò
lascerò le vesti e gli ori
e i miei pensieri.
I miei pensieri lascerò,
la mia cara gioventù
le speranze mie di ieri.
E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...

Dalla seconda lettera di S.Paolo apostolo ai Corinzi 4, 16-18
Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne.

I tuoi pensieri lascerai
la tua cara gioventù
le speranze tue di ieri.
E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...

Dalla terza lettera di S.Chiara a sant'Agnese di Praga
In questo specchio rifulge la beata povertà, la santa umiltà e l'ineffabile carità. Contempla lo specchio in ogni parte e vedrai tutto questo.
Osserva anzitutto l'inizio di questo specchio e vedrai la povertà di chi é posto in una mangiatoia ed avvolto in poveri panni. O meravigliosa umiltà, o stupenda povertà! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra é adagiato in un presepio!

Padre nostro
che sei nei cieli 
sia santificato il tuo nome
venga il tuo Regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano 
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.
E non abbandonarci alla tentazione
Ma liberaci dal male.
Amen.

Nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.

Audite poverelle
Audite poverelle, dal Signor vocate
Ke de multe parte et province sete adunate
(Ke de multe parte et province sete adunate)
Audite poverelle, dal Signor vocate
Vivate sempre en veritate e in obedientia moriate
(Vivate sempre en veritate e in obedientia moriate)

Non guardate alla vita fora
Quella dello spirito è migliora
Ve prego per grande amore
Che in povertà viviate
Quelle che son d'infermità gravate
E l'altre che son fatigate
Ciascuna lo sostenga in pace
E sera in Cielo coronata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recita
Chiara Marcattili, don Franco Mastrolonardo, Gennj Fabbrucci

Canti e musiche
M.Castellacci. I miei capelli. Annamaria Bianchini. Coro di Forza venite gente
A.Branduardi. Audite poverelle

Testi
Sr.Nella Letizia Castrucci

Immagine
Icona di Santa Chiara scritta da Suor Maristella, Suor Laura e Suor Cristiana

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