Matteo 4,1-11: "Non di solo pane...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 4,1-11

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Meditazione
Dovessi scegliere una colonna sonora per questo brano di Vangelo certamente opterei per le musiche di Morricone nei "spaghetti western" di Sergio Leone. Uno di quei brani che introduce il duello tanto atteso quanto spietato fra i protagonisti del film.
Perché fra Gesù e Satana oggi è un "mezzogiorno di fuoco". Duello che inaugura una vera e propria battaglia, la quale si dispiegherà nei vangeli e si concluderà nei pressi del Golgota dove mors et vita duello conflixere mirando come cita la sequenza pasquale. Lì il Signore della vita avrà piena vittoria nei confronti del principe di questo mondo.
Ma andiamo ad esaminarla questa prima sfida. Anzitutto diciamo che Gesù gioca fuori casa. E non solo perchè il suo Regno non è di questo mondo, ma perché siamo in un deserto. Da sempre il deserto è considerato Habitat del demonio. Il monachesimo antico, sapete, nasce proprio qui. E nasce qui perché questi eroi solevano andare nel deserto per combattere il demonio. Nel quarto secolo, quando l’editto di Costantino diede libertà ai cristiani, vennero a mancare i martiri. Niente più persecuzioni, niente più martiri. Così alcuni sentirono la necessità di trovare nuove strade di santità eroica andando a combattere e spesso a morire nel deserto.
Il deserto è arido, senza vita, senza confini, senza strade, né rifugi. Qui cadono le certezze e le sicurezze. O ti fidi di Dio o non reggi. Gesù accetta la sfida e spinto dal suo personal trainer, lo Spirito Santo, viene condotto qui per 40 giorni per essere tentato dal diavolo. Attenzione: dal diavolo in persona. Non da altri angeli malefici, ma da lui, il capo della schiera ribelle, il custode del regno della morte.
Gesù e Satana, uno di fronte all’altro. Satana aspetta a sferrare i suoi colpi, lascia che siano le dure tentazioni del deserto a sfiancare prima l’avversario.
Da grande vigliacco qual'é, affronta Gesù solo alla fine dei giorni quando ebbe fame. La tattica è chiara, far stancare l’avversario e aspettare che la fame lo inginocchi ai suoi piedi. La fame è il bisogno primario, quello della sopravvivenza. E’ chiaro che qui non parliamo di semplici panini. Parliamo di bisogni, di bisogni primari nella fattispecie, ma anche di ogni genere di bisogni. Il pane allora cos'è? Il pane è la risposta alla fame, è il soddisfacimento del bisogno. Appena Satana coglie che Gesù ebbe fame eccolo pronto per offrirgli il pane. Il diavolo è maestro in queste cose. Approfitta del bisogno umano per presentare risposte ad hoc. Ovviamente il suo intervento è sempre fuori luogo e fuori tempo. Lui si intromette quando ancora i nostri bisogni necessitano di tempi di attesa per maturare e farci crescere. E spesso li provoca artificiosamente senza che ci sia bisogno di quel bisogno e scusate il gioco di parole. Così Gesù che si era dato quaranta giorni per sostenere la prova viene bloccato ad un passo dal traguardo e subisce un colpo micidiale. Dì che questi sassi diventino pane. Il diavolo conosce perfettamente l’avversario. Non lascia nulla al caso. E le sue offerte sono sempre plausibili. Non chiederà mai ad un operaio di comprarsi la Ferrari, ma ad un calciatore giovane, in erba e già sbronzo di gloria, sì. E quindi a Gesù chiede un suo specifico: il miracolo. Che problema c’è a trasformare due sassi in pane? E osservate con quale scaltrezza anticipa la richiesta: "Se tu sei il figlio di Dio…". Fine psicologo, dottore in marketing pubblicitario, Satana sfrutta la sua arte adulativa per mettere in crisi Gesù sulla sua identità messianica. Ricordiamo che Gesù nel deserto deve confermare la sua scelta missionaria. Dopo il deserto comincerà l’attività apostolica, l’annuncio del Regno di Dio di cui si proclama figlio. Ed è questa la sua identità, ed è su questa identità che Satana lo tenta. "Dimostrami che sei davvero il Figlio di Dio". Ma non è un ritornello che conosciamo già? Sotto la croce non gli veniva forse gridato: Se tu sei il Figlio di Dio scendi dalla croce e crederemo. E quante volte gli uomini nella Storia hanno gridato e bestemmiato Dio perché gli concedesse di liberarli dalla croce? Se è Dio perché succede questo o quello e perché non toglie di mezzo il male e il malvagio? Se sei figlio di Dio…cosa aspetti? Fallo.
E Gesù risponde: "Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Domenica 26 Febbraio 2023
I Domenica di Quaresima 

Prima Lettura
Dal libro della Gènesi
Gn 2,7-9; 3,1-7

Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: "Non dovete mangiare di alcun albero del giardino"?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete"». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.


Salmo Responsoriale
Dal Sal 50 (51)

R. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. R.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. R.


Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 5,12-19

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
Fino alla Legge infatti c'era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

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