Matteo 9,14-15: "Perché il digiuno?" (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 9,14-15

Testo del Vangelo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

Meditazione
Oggi sono i discepoli di Giovanni a presentarsi a Gesù per chiedergli spiegazioni sul comportamento dei suoi discepoli. Interessante il fatto che rimproverano i discepoli e non il Maestro. Probabilmente hanno un certo senso di rivedernza nei suoi confronti. In effetti i discepoli di Giovanni, a differenza dei farisei erano più umili e il loro atteggiamento nei confronti dei rituali religiosi, soprattutto del digiuno,era molto diverso da quello dei farisei. A loro non interessavano i plausi della gente, ma nei riguardi di questa pratica del digiuno avevano una specie di devozione idolatrica. Insomma erano davvero rigidi. Gesù introduce una dimensione spirituale religiosa nuova rispetto ai farisei e anche rispetto ai discepoli di Giovanni. 
Il cristianesimo non si pone come meta della spiritualità il digiuno, e nemmeno la preghiera, se volete,  ma la comunione con Gesù. E tutto va vissuto nella gioia.
Nel nostro cammino di amicizia ovviamente ci poniamo degli strumenti per convertirci a Lui. In questa prospettiva il digiuno diventa liberante: libera uno spazio in noi per permetterci di crescere nella fede. E’ da vivere con gioia perché come l’allenamento costa fatica ma ti permette di raggiungere traguardi nuovi, di superare te stesso, così è il digiuno. Nessuna tristezza del cuore, perchè lo “Sposo” è con noi! Il digiuno ci porta nel deserto a parlare con lo Sposo, ci fa riscoprire quella fame e sete di Dio, nel Dio che ci chiede di convertirci e di andare verso Lui . Ma quando siamo insieme a Lui nessun digiuno e nessuna tristezza, perchè lo Sposo è con noi!

 

Recita
Sara Urbinati

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

 

Letture di Venerdì 24 Febbraio 2023
Venerdì dopo le Ceneri

Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaìa
Is 58,1-9a

Così dice il Signore: «Grida a squarciagola, non avere riguardo; alza la voce come il corno, dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. Mi cercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: "Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?". Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l'uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!"».


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 50 (51)

R. Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. R.

Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R. 

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