
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 21,23-27
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».
Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Meditazione
Efrem il Siro, un monaco e teologo del III secolo, dice che: «La parola di Dio è un albero di vita che, da ogni parte, ti porge dei frutti benedetti». È una frase che custodisco nel cuore e che m’illumina ogni volta che leggo la Sacra Scrittura, soprattutto quando mi trovo di fronte ad un brano un po’ ostico come questo, che di primo acchito farebbe venire la tentazione di lasciar perdere di cercare questo frutto benedetto… Avendo però l’hobby del giardinaggio, so bene che anche la pianta più rigogliosa ha bisogno del tempo e dell’attenzione del giardiniere per potersi mostrare in tutta la sua bellezza. E ciò vale anche per l’albero della parola di Dio. Infatti, come dice S. Gregorio Magno, «la Scrittura cresce con chi la legge».
Nel vangelo di oggi, dunque, troviamo i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo che contestano il giudizio di Gesù sul tempio e la cacciata dei venditori, avvenuta poco prima (21,12-13). Il dialogo si svolge in una maniera un po’ strana, perché alla loro domanda, Gesù controbatte con un’altra domanda che sembra non c’entrare niente. In realtà, Gesù conosce bene il cuore di quegli uomini e sa che le domande che gli hanno fatto sono pretestuose, perché lo vogliono inquadrare nelle loro categorie mentali. E la categoria dell’autorità per loro ha un significato univoco: volontà di predominio, che non c’entra niente con Gesù, che - come dice lui stesso - «non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita» (cfr. Mt 20, 28).
Ecco allora il perché della contro-domanda di Gesù riguardante il battesimo predicato da Giovanni, che era un battesimo di conversione. Vuole mettere loro davanti un testimone e annunziatore della conversione, anzi più esattamente della metanoia, la parola greca che significa conversione sì, ma soprattutto cambiamento di mentalità. Proprio quello che questi uomini non vogliono fare, anzi, vorrebbero che fosse Gesù a piegarsi alla loro mentalità… Dunque, fatte tutte le loro ipocrite riflessioni, preferiscono non rispondere. E visto che non vogliono rispondere, Gesù tace. Dopotutto, cosa dovrebbe dire, se il loro cuore è chiuso alla non accoglienza?!
Questo tacere di Gesù, mi dà lo spunto per un’ultima parola sull’esperienza del silenzio di Dio. Quante volte ne facciamo esperienza anche noi e - diciamolo - ce ne lamentiamo… Se ci facciamo caso, spesso anche il nostro parlare con Dio consiste in un moltiplicare domande, o in una sorta di monologo. E quando sperimentiamo l’assenza della sua voce, ci domandiamo «Dov’è Dio?». Ecco, Dio è qui che ci porge questo frutto benedetto della sua Parola, se solo avremo il desiderio di accoglierlo e farlo crescere in noi, come buoni giardinieri, o almeno come aspiranti tali…
Recita
Gennj Fabbrucci
Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri
Meditazione
Sr. Nella Letizia Castrucci, Clarisse Rimini
Letture di Lunedì 12 Dicembre 2022
III settimana di Avvento
Prima Lettura
Dal libro dei Numeri
Nm 24,2-7. 15-17b
In quei giorni, Balaam alzò gli occhi e vide Israele accampato, tribù per tribù.
Allora lo spirito di Dio fu sopra di lui. Egli pronunciò il suo poema e disse:
«Oracolo di Balaam, figlio di Beor,
e oracolo dell’uomo dall’occhio penetrante;
oracolo di chi ode le parole di Dio,
di chi vede la visione dell’Onnipotente,
cade e gli è tolto il velo dagli occhi.
Come sono belle le tue tende, Giacobbe,
le tue dimore, Israele!
Si estendono come vallate,
come giardini lungo un fiume,
come àloe, che il Signore ha piantato,
come cedri lungo le acque.
Fluiranno acque dalle sue secchie
e il suo seme come acque copiose.
Il suo re sarà più grande di Agag
e il suo regno sarà esaltato».
Egli pronunciò il suo poema e disse:
«Oracolo di Balaam, figlio di Beor,
oracolo dell’uomo dall’occhio penetrante,
oracolo di chi ode le parole di Dio
e conosce la scienza dell’Altissimo,
di chi vede la visione dell’Onnipotente,
cade e gli è tolto il velo dagli occhi.
Io lo vedo, ma non ora,
io lo contemplo, ma non da vicino:
una stella spunta da Giacobbe
e uno scettro sorge da Israele».
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 24 (25)
R. Fammi conoscere, Signore, le tue vie.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. R.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. R.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.
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