
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 13,36-43
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Meditazione
Gesù spiega la parabola della zizzania e ci svela la conclusione dell’arcano. Sono interessanti queste parabole dove Gesù presenta in un primo racconto la parte oscura, quella problematica e poi, normalmente in separata sede con i suoi discepoli, la soluzione dell'enigma. Pare quasi una dinamica narrativa da thriller a lieto fine.
In questo caso la narrazione è portata da un piano terreno ad un piano ultra terreno; la prima parte, quella più sfuocata, il rovescio della trama riguarda la vita sulla terra, la seconda quella messa a fuoco, il dritto del tessuto è situata in una condizione paradisiaca. Morale della storia? Quando saremo in cielo, saremo liberati da ogni zizzania e vivremo in pace e serenità, ma oggi dobbiamo convivere con le problematicità e i conflitti, spesso drammatici, della vita.
Alcuni anni fa ho visto un film davvero interessante e certamente da riguardare: Vita di Pi. Il protagonista, Pi appunto, si ritrova dopo un naufragio ad affrontare su una zattera l’intero oceano con la speranza di sopravvivere e magari di approdare un giorno in terra ferma. Dal racconto che farà a posteriori sembrerebbe che a bordo della zattera fossero presenti degli animali, fra cui, una zebra, una scimmia, una iena e una tigre dal nome bizzarro Richard Parker. Vero? falso? Chissà. Il giornalista a cui Pi concede l'intervista non gli crede. In effetti quando la barca è approdata a riva i primi soccorritori non vedono animali. Trovano solo un naufrago in fin di vita.
Il film, se accostato al Vangelo trova diverse somiglianze. Il Pi che concede l’intervista a fine film è un uomo ormai riconciliato con Dio e con la vita, un uomo rinato, un uomo che appartiene, diremmo, al paradiso.
Invece il naufragio, la zattera, i giorni sull’oceano riguardavano la sua vita. Una vita non da solitario. Affrontare l’oceano non è facile, come del resto affrontare la vita. Ma farlo con una tigre al fianco… La tigre ha davvero vissuto con lui giorno dopo giorno, come la zizzania intorno la grano, e Pi ha sostenuto la lotta con Richard Parker con grande coraggio. Ma ora salvo e rinato davanti al giornalista, ringrazia di aver avuto come compagno di quell’avventura la tigre ancor più degli altri animali. Chissà magari un giorno anche noi in Paradiso ringrazieremo Dio di averci messo come compagna di vita la zizzania.
Recita
Alan Santini
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Letture di Martedì 26 Luglio 2022
XVII settimana del Tempo Ordinario
Prima Lettura
Dal libro del profeta Geremìa
Ger 14,17b-22
Il Signore ha detto:
«I miei occhi grondano lacrime
notte e giorno, senza cessare,
perché da grande calamità
è stata colpita la vergine,
figlia del mio popolo,
da una ferita mortale.
Se esco in aperta campagna,
ecco le vittime della spada;
se entro nella città,
ecco chi muore di fame.
Anche il profeta e il sacerdote
si aggirano per la regione senza comprendere».
Hai forse rigettato completamente Giuda,
oppure ti sei disgustato di Sion?
Perché ci hai colpiti, senza più rimedio per noi?
Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene,
il tempo della guarigione, ed ecco il terrore!
Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà,
la colpa dei nostri padri:
abbiamo peccato contro di te.
Ma per il tuo nome non respingerci,
non disonorare il trono della tua gloria.
Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi.
Fra gli idoli vani delle nazioni c’è qualcuno che può far piovere?
Forse che i cieli da sé mandano rovesci?
Non sei piuttosto tu, Signore, nostro Dio?
In te noi speriamo,
perché tu hai fatto tutto questo.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 78 (79)
R. Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.
Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri! R.
Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome. R.
Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la grandezza del tuo braccio
salva i condannati a morte. R.
E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di generazione in generazione narreremo la tua lode. R.
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