Luca 6,39-45: "La pagliuzza e la trave". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 6,39-45

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: ‹Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio›, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda".

Meditazione
Ci sono delle verità in questo Vangelo di una grande finezza psicologica. Chi è quel cieco che ha l’ardire di guidare un altro cieco? Non è forse lo stesso che ha la trave nell’occhio e vuol togliere una pagliuzza dall’occhio del fratello? Entrambi si ostinano a seguire una strada impossibile. E perché fanno questo?
Fra l’altro nel primo caso Gesù parla alla terza persona, mentre nel secondo caso è chiaro: parla a me. "Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello?"
Ciascuno di noi deve prendere in seria considerazione questo brano di Vangelo, perché siamo dei ciechi che non sanno riconoscere le loro cecità. E questo è terribile.
Alcuni penitenti dalle nostre parti in confessionale esordiscono così: i miei peccati son tutti qui, bestemmiare non bestemmio! E poi silenzio. Non sanno proprio cosa dire...
Ma perché facciamo cosi? E’ un modo per non guardare noi stessi. E’ un meccanismo difensivo, una rimozione. Il problema è sempre l’altro. Non voglio guardare il mostro che è dentro di me. Allora ho bisogno che qualcuno crei dei mostri all’esterno di me. E quanti ce ne sbattono sulle vetrine multimediali. Così, pur ciechi, continuiamo a guardare la pagliuzza nell’occhio del nemico, perché almeno questo ripara dal dover constatare la trave che ci acceca.

Recita
Patrizia Sensoli

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Domenica 27 Febbraio 2022
VIII Domenica del Tempo Ordinario 

Prima Lettura
Dal libro del Siracide
Sir 27,5-8, (NV) [gr. 27,4-7]

Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti;
così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.
I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
Il frutto dimostra come è coltivato l'albero,
così la parola rivela i pensieri del cuore.
Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.

 
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 91 (92)

R. E' bello rendere grazie al Signore.
E' bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte. R.

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio. R.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c'è malvagità. R.

Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 15,54-58

Fratelli, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
«La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?»
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!
Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

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