Giovanni 16,20-23a:"La vostra tristezza si cambierà in gioia...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,20-23a

Testo del Vangelo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

Recita
Sabrina Boschetti

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
Che la natura si trasformi e che dalla morte nasca la vita è fatto innegabile. La natura è la creazione di Dio. Dio vide che era cosa buona. E dentro questa bontà Dio ha innestato i vari passaggi dalla morte alla vita. Così ogni cosa, ogni creatura muore e rinasce.
Oggi nel Vangelo Gesù ci fa fare un passaggio in più. Ascoltiamolo:
"Voi sarete nella tristezza ma la vostra tristezza si cambierà in gioia”.
Attenzione a questa finezza. Gesù non dice che dopo un periodo di tristezza, tornerete ad essere contenti. Questo sta nell’ordine delle cose di cui sopra. Gesù sostiene che l’elemento tristezza si cambierà in gioia.
Ora qui sorge un problema teologico non da poco: può ciò che è male trasformarsi in bene? Sappiamo che la tristezza è male. Addirittura nella chiesa orientale è considerato un vizio capitale, l'ottavo vizio. È un'arma micidiale nelle mani del demonio, una freccia infuocata direbbe san Paolo. Come può quindi questo vizio tramutarsi in virtù? Come può questa freccia puntata e scoccata contro il cuore dell'uomo per appassirlo possa trasformarsi proprio dentro il cuore in un germoglio di pace?
Mi viene d'istinto alla mente quel fioretto di san Francesco, dove il poverello d’Assisi per vincere una tentazione, si getto nudò nel roveto e questo si trasformò in un roseto.
Però ancora qualcosa non mi torna. Mi viene allora in aiuto un altro san Francesco, san Francesco di Sales con il suo capolavoro di spiritualità: la Filotea. Al cap. XII della IV parte scrive così:

"C’è una tristezza secondo Dio e una secondo il mondo dice San Paolo. La tristezza quindi può essere buona o cattiva: dipende dagli effetti che produce in noi.
E’ certo che ne fa più di cattivi che di buoni, perché di fatto i buoni effetti sono soltanto due: la misericordia e la penitenza; quelli cattivi invece sono sei: l’angoscia, la pigrizia, lo sdegno, la gelosia, l’invidia, l’impazienza. Il che ha fatto dire al Saggio: La tristezza ne uccide molti e non giova a nulla; infatti contro due soli rigagnoli buoni che zampillano dalla sorgente della tristezza, ce ne sono sei di cattivi!"

Però anche le armi del maligno possono portare frutti di bontà. E questo è meraviglioso. Tutto, proprio tutto, anche la tristezza conserva intatto una particella di bontà. A questo punto mi è chiaro che la tristezza si trasforma in gioia, perchè in sé è potenzialmente portatrice di misericordia e di penitenza.
Allora che sia vera la teoria di Origene, padre della Chiesa, circa l’apocatastasi? Cioè che il diavolo possa ritornare buono?Anche in lui c’è un a particella di bontà? Mah qui mi fermo, non saprei come rispondere...A Dio l’ardua sentenza.
A propostio del capitolo sulla tristezza di san Francesco di Sales lo trovate oggi sulla Home e nel menù a tendina tra i link interessanti.

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