
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,13-17
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Recita
Miriam Mosca
Musica di sottofondo
Al Vangelo: Arrangiamento di Gabriele Fabbri
Alla meditazione: Musica di Renata Russo
Meditazione
Fra Roberto Pasolini
Briciole di Parola è il commento alle letture del giorno del Centro Aletti. La guida: Fra Roberto Pasolini, frate minore cappuccino, biblista, ha frequentato l’Atelier di Teologia del Centro Aletti nel 2016-2017
Si ringrazia il Centro Aletti per la gentile concessione all'utilizzo dei suoi contenuti audio e video.
https://www.centroaletti.com
Meditazione
In questa festa dovremmo chiederci come mai la Liturgia cristiana sia così audace da farci celebrare la Croce addirittura come un simbolo santo da esaltare solennemente davanti agli occhi della fede.
Nel racconto del cammino di Israele nel deserto siamo posti a confronto con l’esperienza dell’Esodo, dove il popolo scopre di non avere le risorse necessarie per portare a termine il viaggio. È proprio in mezzo al deserto che Israele sperimenta la morte, quando si ribella a quel Dio che li sta conducendo fuori dalla schiavitù, per introdurli dentro una terra di libertà.
La rilettura che Gesù fa dell’antico espediente del serpente, innalzato sul bastone di bronzo che dava salvezza agli israeliti morsi nel deserto dalle passioni, ci svela quale sia la reazione di Dio a quella nausea che tutti, prima o poi, arriviamo a sperimentare durante il viaggio della vita. Ebbene, Dio non perde la pazienza, ma continua a tracciare per noi e per tutti possibili cammini di salvezza, anche di fronte alle nostre peggiori ribellioni.
Del resto il Figlio di Dio si è fatto carne per mostrarci che non è mai la realtà a poter essere del tutto sbagliata, ma piuttosto il nostro modo di percepirla.
La Croce che noi cristiani oggi esaltiamo non è dunque quella dell’eroismo con cui spesso esaltiamo solo noi stessi o le convinzioni di cui ci sentiamo persin troppo fieri. E' la Croce gloriosa di Cristo, dove si può salire, ma soprattutto rimanere soltanto mossi da una compassione per l’altro a cui si può donare un po’ di quella vita che noi per primi sappiamo di ricevere senza alcun vanto, solo per grazia.
In fondo l’unica persona che può esaltare è soltanto Dio, e quando lo fa, lo fa unicamente per poter innalzare accanto a se’, nella gloria del suo Amore, tutti coloro che si lasciano trasformare nell’immagine del suo Figlio amato, tutti coloro che in Cristo diventano figli amati e capaci di amare, fino alla Croce e per la Vita Eterna.