Santa Maria Goretti (6 luglio)



Santa Maria Goretti (6 luglio) 
«Non tutti certamente siamo chiamati a subire il martirio, ma tutti siamo chiamati a raggiungere la virtù cristiana. La virtù richiede forza, che, se non arriva al grado eroico di questa fanciulla, non di meno richiede un’attenzione diuturna..». Con questo discorso, tenuto il 24 giugno 1950, papa Pio XII dichiarava santa la giovane Maria Goretti. 

Per quale motivo fu canonizzata?
La Chiesa non ha voluto mostrarci solo un “esempio di purezza” – virtù che oggi viene perfino derisa – , ma una vita, seppur breve, davvero esemplare. Semplice ed esemplare, fatta di piccoli gesti quotidiani: alzarsi la mattina molto presto, vestirsi pregando, preparare il pranzo e la cena, accudire i quattro fratelli, lavorare nei campi e arrivare esausta a fine giornata, tanto che la sera, ricorda la mamma, «Marietta stanchissima non riusciva neanche a finire le preghiere: cascava morta dal sonno». 

Cosa sappiamo della vita di questa ragazzina?
Nacque da una famiglia contadina il 16 ottobre 1890 a Corinaldo, un paesino nella provincia di Ancona, terzogenita di sette figli (uno dei quali morto dopo appena otto mesi). Scaduto il contratto che li legava al podere che stavano lavorando, i coniugi Luigi e Assunta Goretti furono costretti a trasferirsi nell’Agro Pontino, in provincia di Latina, assieme a Giovanni e Alessandro Serenelli, padre e figlio, conosciuti precedentemente. Ma qui iniziarono i primi problemi..

Ovvero?
Questa zona desolata, conosciuta come Le Ferriere (per via di una notevole industria dedita alla lavorazione del ferro), era dominata dalla malaria, così chiamata perché si pensava fosse generata dalla “pessima aria” che dominava quelle terre. Tale malattia aveva causato negli ultimi 350 anni, solo in quella zona, oltre 5.000 cadaveri! Nel 1589, dopo vari tentativi di bonificarla, vi si recò anche papa Sisto V, rimanendone egli stesso vittima. La stessa sorte toccò a Luigi Goretti, che a 40 anni lasciava la moglie e sei figli. 

Come reagì la famiglia a questa perdita?
Con grande fede: «Coraggio mamma! Che paura avete? – disse la piccola Maria appena morto il padre – Noi ci faremo tutti grandi.. e poi Dio provvederà». I Goretti decisero di rimanere in quella zona “maledetta”, l’alternativa sarebbe stata la certezza di tornare nelle Marche a morire di fame. Ma tutti dovevano rimboccarsi le maniche, in primis Marietta, che a soli dieci anni era chiamata a gestire la casa e i fratelli, poiché la madre doveva andare a lavorare nei campi. Qui iniziarono altri problemi.

Quali?
La convivenza con Giovanni Serenelli, padre assente, alcolista e turbolento, e con il figlio diciottenne, che non aveva mai conosciuto la madre (trasferita in un “manicomio” al momento della sua nascita), si fece dura: Alessandro, spesso preda di attacchi collerici, iniziò a farle diverse avances, sempre rifiutate dalla ragazzina. Un giorno però, stanco dei continui rifiuti, il giovane pianificò la sua vendetta. Tutti erano impegnati nella trebbiatura delle fave, e in casa c’erano solo Maria e Teresa, di appena due anni, che stava dormendo: «l’acciuffai.. per un braccio e, poiché faceva resistenza – confesserà anni dopo – , la trascinai dentro la cucina.. (lei) intuì subito.. e mi diceva: “No, no, Dio non vuole. Se fai questo vai all’inferno”.. vedendo che ella non voleva assolutamente accondiscendere alle mie brutali voglie, andai su tutte le furie e, preso il punteruolo, cominciai a colpirla sulla pancia». Sentendo le grida, accorsero tutti: mamma Assunta la prese fra le braccia e svenne! Trasportata all’ospedale di Nettuno, mentre lottava tra la vita e la morte, disse al parroco accorso al suo capezzale: «per amore di Gesù (perdono Alessandro) e voglio che venga con me in paradiso», dopo di che chiuse gli occhi a questa vita. Erano le 15:45 del 6 luglio 1902. 

Che ne fu del suo aggressore?
Condannato a 30 anni di prigione, ne scontò 27 per buona condotta. Ma proprio in quel carcere di Noto, dopo che gli apparve Marietta in sogno, iniziò il suo cammino di redenzione. Nel 1934 chiese pubblicamente perdono a mamma Assunta, che gli rispose: «se vi ha perdonato lei.. vi ha perdonato Dio, vi perdono anch’io». Alessandro terminò i suoi anni presso i Cappuccini di Macerata, mentre Assunta ebbe il privilegio di presenziare alla canonizzazione della figlia. 

«Insegnaci, Marietta, l’eroica virtù della purezza e l’arte del perdono».      

Recita
Vittoria Salvatori, Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

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