Giovanni 17,1-11 con il commento di don Davide Arcangeli



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 17,1-11a

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

Recita
Sabrina Boschetti

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Davide Arcangeli

Meditazione
Inizia con queste parole il quarto e ultimo discorso di Gesù, prima della sua passione. Ora Gesù si rivolge al Padre, come colui da cui ogni dono scaturisce. È il Padre che ha dato al Figlio l’opera dal compiere fino alla fine, perché si manifestasse la sua gloria; è il Padre che ha dato al Figlio gli uomini, perché essi credessero in Lui; è il Padre che ha dato al Figlio le parole, perché egli le comunicasse agli uomini.
Il Padre è dunque la sorgente di ogni dono, di tutte le cose, di tutte le parole e di ogni uomo, della creazione e della storia, di un flusso di essere, di vita e di amore che Egli, in quanto Padre, condivide con il Figlio suo. Essi, pur essendo distinti, come Padre e Figlio, hanno però tutto in comune: sono un IO e un TUO, senza che vi sia un MIO e un TUO. Non ci sono confini né separazioni nella vita e nell’amore che essi condividono, distinti solo dal fatto che il Padre da sempre e per sempre dona e il Figlio da sempre e per sempre riceve. In questo flusso di amore, essere e vita che scorre in loro e attraverso di loro e che il Vangelo di Giovanni chiama sinteticamente «gloria», sono inclusi tutti coloro che il Padre ha dato a suo figlio, i discepoli. Il Figlio viene glorificato in loro, manifestando pienamente tutti gli effetti della sua glorificazione, compiuta nell’ora della croce.
La gloria che il Padre dà al Figlio non è dunque un possesso esclusivo dei due. Infatti l’itinerario di uscita del Figlio dal Padre porta a condividere quella gloria che il Figlio aveva prima che il mondo fosse, con tutti coloro che il Padre gli ha dato.
Pur essendosi storicamente compiuta, l’ora della gloria, ossia l’ora della morte di Gesù in croce, oltrepassa le categorie temporali e diviene un evento accessibile ad ogni uomo, in ogni tempo e luogo della storia umana. Questo significa che anche “oggi” il Figlio è in “uscita” nel mondo, per accogliere coloro che il Padre gli ha dato. Dio esce costantemente da sé stesso, continua, traboccante novità d’amore che riempie e supera la storia umana.
Sappiamo noi essere consapevoli di questo dono? Assecondiamo questa “uscita” del Figlio, come Chiesa in “uscita”, che vince ogni paura nella propria missione, con una piena fiducia nella potenza d’amore del Padre?

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