Matteo 5,33-37:" Sì sì, no no...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 5,33-37

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno».

Recita
Sara Urbinati

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
Il Vangelo di oggi parla di giuramenti. Non si giura né per il cielo né per la terra, dice Gesù. E sapete perché? Semplice: perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Il giuramento sembrerebbe dire Gesù porta con sé una sottile tentazione di autosufficienza o se volete una volontà di potere. Pensate a Erode che, ebbro di passione, fece un giuramento alla figlia di Erodiade e proprio a motivo di quel giuramento fece uccidere Giovanni Battista.
Il giuramento sottintende un confidare nelle proprie possibilità come se tutto potesse essere gestito e controllato da me. Invece nella vita accadono sempre cose che ti superano e che ti spiazzano.
Il vangelo si chiude con un altro diktat di Gesù: “il vostro dire sia sì sì no no, il di più viene dal maligno”. Come dire: la vita vera è fatta di scelte concrete, non di pensamenti e ripensamenti, di buone o cattive intenzioni, di giuramenti e di spergiuri.
Per spiegarla meglio ai ragazzi: simboleggiare la bandiera di una squadra significa non semplicemente baciare una maglia, ma viverla e incarnarla, con tutte le scelte faticose di fedeltà che ne conseguono e le inevitabili rinunce, magari ad uno stipendio da mille e una notte. Totti è stato un bell’esempio al riguardo. E così diversi nella storia del calcio, come Riva al Cagliari, Scirea alla Juventus, Baresi al Milan. Niente a che vedere con gli ideali di appartenenza e di fedeltà. Ma per questi occorre la radicalità del sì sì no no.

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