
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Marco 9,30-37
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Recita
Simona Mulazzani
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri
Meditazione
Enzo Bianchi. Brano audio tratto da "Uomini e profeti", trasmissione radiofonica di RaiTre
Meditazione
Ecco, qui c’è di nuovo i discepoli che pensano po’ per conto loro e lui che li riconduce alla sostanza…
Non solo ma mostrano che proprio lui ha annunciato che farà una fine ignominiosa di fallimento, quindi la fine non di chi è grande, ma la fine di chi è l’ultimo e loro discutono ma invece tra di noi chi è il più grande, cioè c’è proprio la contestazione per il potere già fin di qui e Gesù…
Quanto è presente nella vita religiosa…
Tantissimo! Direi che è il vizio dei vizi, io credo poi che quando noi uomini facciamo alcune cose secondo coscienza e pensiamo di farle per Dio, allora dentro in noi scatta da subito la pretesa di essere riconosciuti, del premio, del merito e quindi ci garantiamo per così dire la carriera. Questo è un tema che poi è una malattia nella Chiesa, lo sappiamo. Quello che sottolineerei qui è una particolarità di Marco che dobbiamo stare attenti… Qui è differente davvero da quello che dirà Luca ad esempio in un passo parallelo, perché Marco dice: “C’è qualcuno tra di voi che vuole essere il primo?” Perché un primo ci deve essere all’interno della comunità… non è che Gesù esclude che ci sia un primo… ci vuole un riferimento. D’altronde lui aveva scelto come primo Pietro, c’è un primo…. Allora dice, è molto semplice: pigliate chi è ultimo, il servo di tutti e fatelo primo… Invece no: noi facciamo uno “primo” e poi gli facciamo gli auguri che sia il servo di tutti. Questo è il capovolgimento del vangelo ed ecco che allora Gesù pone un bambino, ma può anche essere un povero, attenzione, perché qui il termine pone in mezzo e dice: “Ecco, soltanto può essere primo chi sa accogliere un povero, chi sa accogliere un bambino”. Se uno è primo nella Chiesa e non sa ascoltare gli ultimi, se non sa ascoltare i poveri, se non sa ascoltare quelli che non contano niente, costui può essere il primo ma è un primo mondano, non è un primo nella comunità del Signore. Qui c’è come un legiferare costitutivo da parte di Gesù, qui davvero Gesù dà la costituzione alla Chiesa. C’è qualcuno di voi che vuole essere primo in una comunità, in una parrocchia, in una diocesi, nella Chiesa stessa? Vediamo se è l’ultimo di tutti e se sa servire tutti...