Matteo 15,29-37: "Moltiplicare...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 15,29-37

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d'Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

Recita
Mara D'Angelo

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
Quando ero ancora ragazzo in ricerca vocazionale rimasi un giorno spiazzato da un commento alquanto suggestivo del vice parroco della mia parrocchia. A quei tempi non essendo né seminarista né teologo non sapevo nulla dell’esegesi storico critica dei vangeli e quando sentii che non c’era stato nessun miracolo nella moltiplicazione dei pani e dei pesci rimasi, diciamo, un po' scandalizzato. Ciò che era avvenuto, raccontava questo prete, nel deserto con quei quattromila uomini era pienamente spiegabile razionalmente: Gesù aveva ben diviso i sette pani e i pesci a disposizione così da arrivare a darne a tutti.
Proferite dalla bocca del prete che da tutti era stimato un bravo biblista, a quelle parole credetti pienamente, ma poi cominciando a mia volta a studiare e a meditare quello stesso racconto evangelico mi sono reso conto che questo spezzettare minuzioso di Gesù diventava ancor più miracolistico del miracolo stesso. Ad oggi non saprei dire se quel giorno Gesù ha fatto un miracolo o una caparbia azione chirurgica nella suddivisione del pane. Ma avendo portato avanti gli studi di teologia spirituale penso di interpretare il vangelo spiritualmente: quel pane è arrivato a tutti semplicemente perché Gesù ha insegnato agli apostoli a condividerlo. E’ questa la parola chiave: la condivisione. Dio d'altronde crea tempi e luoghi di povertà perché gli uomini imparino ad aiutarsi tra di loro. E Gesù in quel deserto ha fatto esattamente questo: il miracolo è avvenuto perché quegli uomini si sono aiutati tra di loro.

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