
Come ci attacca Satana? Attraverso i suoi "scagnozzi", i demòni.
Questi vivono nell'aria, sono attenti osservatori delle fragilità umane e ci colpiscono nei momenti in cui meno ce lo aspettiamo.
Ciascuno di noi, nessuno escluso, è sotto tiro. Le loro armi si chiamiano comunemente tentazioni. I padri del deserto le chiamavano pensieri cattivi (loghismoi).
Questi pensieri cattivi penetrano nel cuore e lo inquinano fino a farci peccare. Noi dobbiamo lottare contro questi pensieri cattivi e non dobbiamo permettere che queste frecce infuocate superino i confini del nostro giardino interiore e devastino il nostro spazio di intimità con Dio.
Allora dobbiamo pregare.
I padri del deserto ci insegnavano un metodo preciso.
“Non bisogna obbedir loro (ai demoni), ma piuttosto fare il contrario».
Il metodo per eccellenza contro i pensieri cattivi si chiama «contraddizione» (antirrhesis).
Gesù, tentato dai demonio, replica citando le Scritture, senza entrare in discussione col Maligno (Mt 4,3-11).
Si legge di certi asceti che conoscevano a memoria «tutta la Scrittura», cioè sapevano rispondere coi testi sacri a ogni questione loro proposta, ma soprattutto sapevano citare la Bibbia contro ogni suggestione diabolica.
Il manuale classico di questa arte è l’Antirrhéticos di Evagrio, diviso in otto parti, una per ciascuno degli otto vizi. A proposito di ogni pensiero sono citati i testi scritturistici atti a scacciarlo. Sono in tutto 487, a partire dalla Genesi fino all’Apocalisse.”
Quindi la “contraddizione” (in greco antirrhesis) era un concreto ed efficace metodo di combattimento spirituale usato dai Padri per contrastare le insinuazioni e le suggestioni del maligno, attraverso le parole tratte dalla Sacra Scrittura.
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