Giovanni 12,44-50: "Credere è vedere". (Commento di padre Silvano Fausti)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 12, 44-50

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Recita
Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Padre Silvano Fausti. Brano audio tratto da www.gesuiti-villapizzone.it

Meditazione
La prima affermazione: chi crede in me, non crede in me ma in chi mi inviò.
Credere vuol dire affidarsi, aderire alla sua persona: chi aderisce a Lui come Figlio, riconosce il Padre. E trova la propria sorgente. Quindi la fede in Dio Padre, in quel Dio che è Padre, mi viene data dalla umanità di Gesù che mi manifesta nella sua carne chi è Dio: è uno che mi ama come mi ama il Figlio. Tutto ciò che Gesù ha fatto e ha detto è esattamente ciò che il Padre dice e fa. Perché io faccio quel che vedo fare dal Padre e dico quel che il Padre mi dice di dire: è il Figlio uguale al Padre.
Quel Dio che nessuno ha mai visto, il Figlio me l’ha rivelato.
E con Gesù cadono tutte le immagini di Dio e c’è un nuovo Dio, la cui gloria è essere Padre.
E poi Gesù continua: Io come luce sono venuto al mondo: è bello che, subito dopo “credere” si dica “vedere”: chi vede me vede il Padre. Chi vede il Figlio vede il Padre, ha gli stessi lineamenti. Per cui credere non è un atto cieco, è vedere la realtà: che Dio è Padre e noi siamo figli.
E poi continua: credere cos’è? Io luce sono venuto al mondo. La luce fa vedere, fa esistere, la fede mi fa vedere la realtà che sono figlio e mi fa esistere come figlio.
Se credo, non dimoro nella tenebra. Dimorare nella tenebra vuol dire dimorare nella morte, vuol dire non essere nato, non essere venuto alla luce; chi crede viene alla luce della sua verità.

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