Giovanni 10,22-30: "Riconoscersi dalla voce...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 10, 22-30

Testo del Vangelo
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

 

Recita
Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
Ricordo volentieri quando da piccolo arrivavo a casa e suonavo il campanello del citofono. La mamma domandava: chi è? ed io semplicemente rispondevo: io. E la porta si apriva. Non dicevo: sono Franco e neppure sono io, ma semplicemente io. Cioè bastava far sentire un accenno, la frequenza, il timbro della voce ed ero istantaneamente riconosciuto.
Eppure non è così scontato distinguere la voce. Sappiamo bene che è molto più facile distinguere e riconoscere un volto piuttosto che una voce.
La voce per essere riconosciuta necessita di un orecchio raffinato. Ma non solo. La voce cerca volentieri un orecchio amico. Si dice nel calcio che i grandi attaccanti non trovano la palla, ma è la palla che trova loro.
Così è della voce. Va a sbattere facilmente a quelle orecchie amiche, da cui sa di essere amato. Per questo motivo la voce del pastore viene ascoltata dalle sue pecorelle, perchè loro sanno che quel pastore gli vuole bene, un bene assoluto, un bene capace di garantire la vita eterna. Come allora non far incrociare la voce del pastore e le orecchie delle sue pecorelle?

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