Giovanni 10,22-30: "Sotto il portico di Salomone...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 10, 22-30

Testo del Vangelo
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

 

Meditazione
Interessante che Giovanni localizzi il suo Vangelo oggi nel Portico di Salomone. Sapete questa è l' unica volta che nei Vangeli viene detto che Gesù sia stato nel portico di Salomone. Al Tempio sì ovviamente, diverse volte, ma mai prima d'ora si dice che passeggiasse sotto il portico di Salomone. La scena è interessante pensando anche ai filosofi dell'antica Grecia, ad Aristotele ad esempio, che insegnava camminando sotto i portici del Liceo con suoi allievi peripatetici. La parola peripatetico indicava da una parte le colonne del porticato, ma anche l'atto di camminare. Si insegnava camminando appunto.
Un indizio non banale questo... qui siamo nel portico di Salomone.
... chi era Salomone?
Salomone è stato un grande Re vissuto circa 900 anni prima di Gesù. E' succeduto al glorioso Re Davide e guidò con grande saggezza il popolo di Israele.
A lui si deve la prima costruzione del Tempio, e nel corso dei secoli quello fu chiamato appunto il Tempio di Salomone, in suo onore. Ora il tempio dobbiamo dire che ha avuto diverse vicende, molto complesse.
Fu distrutto una prima volta da Nabucodonosor, il re babilonese, nel 586 a.C., circa 400 anni dopo la sua costruzione. Ma al ritorno dall'esilio babilonese già nel 515 a.C. venne subito ricostruito. Poi avvenne che, di ritorno dalla spedizione in Egitto, un certo Antioco IV  si fermò a Gerusalemme e la saccheggiò. La cosa più grave fu però che entrò nel tempio, cosa non permessa se non solo al sommo sacerdote. Fu una profanazione orribile,  al pari della prima distruzione del Tempio. Così il tempio fu riconsacrato solennemente nel 164 a.C. da Giuda Maccabeo. Erode, governatore romano, poi lo abbellì solennemente nel 19 a.C. ed è questo il tempio dove Gesù insegnava, appunto sotto il colonnato chiamato Portico di Salomone
Ma la cosa interessante che a me far ragionare e speriamo non sragionare è il collegamento tra l'insegnamento di Gesù e il luogo dove insegna, appunto legato alla figura di Salomone. Salomone fu un re saggio. Si dice ancora oggi di una soluzione salomonica, che rivela saggezza ed equilibrio di giudizio. Forse fu proprio questo dono che gli valse il diritto di costruire il Tempio. Pensate che il Re Davide ebbe l'ardire di chiedere a Dio di costruire lui il tempio. Ma Dio non accetta le auto candidature e tantomeno richieste pretenziose. Così Dio rispose a tono a Davide dicendogli: ma chi ti credi di essere nel chiedermi questo. Ora sappi che non sarai tu a costruire il Tempio ma lo farò io, anzi chiederò al prossimo re di farlo, e il prossimo re fu appunto il re Salomone.
Ora allora prendiamo in mano il Vangelo.
Cosa fanno questi giudei? Aggrediscono Gesù e pretendono delle risposte. Ecco: la pretesa. La stessa che ha escluso Davide dalla realizzazione del Tempio. Chi pretende non ottiene, dice il proverbio. Ed è così. Con Dio non si può pretendere. Bisogna fidarsi. E allora Gesù ribadisce: voi non credete perché non fate parte delle mie pecore.  A queste pretese Gesù reagisce un po' come fece Dio con Davide: non gli concede nulla.  Mentre invece a chi si fida a chi è saggio e umile come Salomone concede tutto: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Ecco l'unica relaziona che funziona con Dio è quella della fiducia. Allora la vita sarà una sorpresa continua...


Recita
Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Martedì 23 Aprile 2024
IV settimana di Pasqua

Prima Lettura
Dagli Atti degli Apostoli
At 11, 19-26

In quei giorni, quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore.
Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso quale era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore.
Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Sàulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 86 (87)

R. Genti tutte, lodate il Signore.
Sui monti santi egli l'ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose,
città di Dio! R.

Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia:
là costui è nato.
Si dirà di Sion:
«L'uno e l'altro in essa sono nati
e lui, l'Altissimo, la mantiene salda». R.

Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti». R.

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