Matteo 17, 22-27: "Gesù paga per tutti...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

Meditazione
Quando qualcuno, provocandomi, mi chiede se Gesù pagava le tasse, non posso che rispondere di sì. Nel Vangelo perlomeno è scritto così. Non solo pagava le tasse ai Romani, come viene ricordato nel Vangelo dove Gesù dirà la famosa frase: “Date a Cesare quel che è di Cesare”; ma anche la tassa del Tempio, come leggiamo nel Vangelo di oggi. Insomma, sottoscriveva anche l’8 per mille, diremmo scherzosamente.
Ma la tassa più grande Gesù non l’ha pagata né al governo romano e neppure agli esattori del Tempio. La tassa più grande la dovrà pagare al Principe di questo mondo. Per questo il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà. Si dice proverbialmente che Gesù paga per tutti. Cioè la vita che dà in dono è la tassa che, resa al Diavolo, permetterà di liberarci dalla sua schiavitù. Questa è la vera tassa che Gesù paga e di cui nessuno sembra preoccuparsi, né a quei tempi e neppure oggi.

Recita
Sabrina Boschetti

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Scarica la nostra App su