Matteo 19, 16-22: "Molte ricchezze, molta tristezza...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Testo del Vangelo
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». 
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.

Meditazione
Partiamo dalla fine. Il giovane se ne andò triste: possedeva infatti molte ricchezze. Se fosse il risultato di un problema matematico, potremmo tranquillamente sostenere l’equazione: molte ricchezze, molta tristezza. Che tristezza però, commenterei. Eppure quel ragazzo è partito deciso, entusiasta. La domanda sulla vita eterna equivale a dire: desidero la felicità. Gesù gli dà udienza, lo ascolta, ci dialoga, ma ad un certo momento lo coglie in fallo. Il bug sta in questa frase che cito: tutte queste cose le ho osservate: cos’altro mi manca? Ecco l'inghippo. Il giovane associa la felicità a dei compitini da fare. Dico tot preghiere, faccio tot opere di carità ed ecco divento felice. La felicità non è una pura addizione di meriti. E' esattamente il contrario. Una sottrazione. Non è il fare, ma il lasciarsi fare, non è l’accumulare ma il perdere. Davvero toccante l’ultimo post su Facebook di Luca Russo il ragazzo morto nell’attentato di Barcellona. Scriveva così: "Nasciamo senza portare nulla, moriamo senza portare via nulla. Ed in mezzo litighiamo per possedere qualcosa".
Aggiungerei: è in questo litigare che perdiamo la gioia e arriva la tristezza!
E concludo con questa bella sintesi di Papa Francesco.

"Poveretto, se n'è andato triste: egli si fece scuro in volto. Se ne andò rattristato. Ma quando nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità, nelle nostre istituzioni troviamo gente che si dice cristiana e vuole essere cristiana ma è triste, qualcosa succede lì che non va! Dobbiamo aiutarli a trovare Gesù, a togliere quella tristezza, che possa gioire del Vangelo, avere questa gioia che è propria del Vangelo. Chiediamo oggi al Signore che ci dia lo stupore davanti a Lui, davanti a tante ricchezze spirituali che ci ha dato. E con questo stupore ci dia la gioia nella nostra vita, di vivere in pace nel cuore nelle tante difficoltà. Che ci protegga di cercare la felicità in tante cose che alla fine ci rattristano, promettono tanto ma non ci daranno niente. Ricordatevi bene che il cristiano è un uomo e una donna di gioia, gioia nel Signore. Uno uomo e una donna di stupore".

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo con un intervento audio di Papa Francesco

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