Evangelizzazione 2017. Omelia di don Gianni Castorani



Testo dell'omelia
C’è un santo russo, che si chiama san Serafino di Sarov, tipo un Padre Pio della Russia, e questo santo era straordinario: si racconta nelle testimonianze che quando le persone andavano da lui per chiedergli un consiglio, lui le vedeva arrivare da lontano, gli andava incontro, gli correva incontro e gli diceva: “Gioia mia, Cristo è risorto!” E si dice che a questo grido avvenivano guarigioni, miracoli e prodigi. A questo grido:”Cristo è risorto!”. E allora se questo è vero sin dall’inizio, del primo giorno del mattino di Pasqua, è vero ancora oggi e questo grido ha attraversato i secoli, ha attraversato la storia. Questo grido si chiama kerigma, cioè annuncio, è “grido”. Sapete, quando ai tempi del Medie Evo quando non c’erano tutti i mezzi di comunicazione, quando si doveva comunicare una cosa si andava in piazza, l’inviato andava in piazza, radunava tutto il popolo e diceva: “Domani non c’è l’acqua!” e tutti “Domani non c’è l’acqua!….Domani non c’è l’acqua!….”. Questo è il grido: veniva proclamata una notizia e questa passava di casa in casa, di piazza in piazza, di luogo in luogo. Questo grido nel corso dei secoli non è mai cessato, ma oggi in questo tempo particolare questo grido si è un po’ affievolito. Dice Papa Francesco nella Lettera che vi ha scritto…avete ricevuto la lettera del Papa? Vi è arrivata a casa? No? Non vi è arrivata la lettera del Papa… Il Papa ha scritto una lettera che si chiama Evangelii Gaudium, però mi ha detto:” Guarda don Gianni, non posso spedire milioni di lettere, bisogna che vai dalle Paoline o in un negozio a prenderla oppure anche su Internet….la puoi trovare anche su Internet….E in questa lettera che il Papa ci ha scritto, ci dice proprio questo, ci dice il Papa, sentite…”Invito ogni cristiano di Riccione, della parrocchia Mater Admirabilis, in particolare don Franco, don Valerio e tutti i preti…”c’è scritto qui: ai vescovi, ai preti, ai laici, a tutti ha scritto il Papa. E a che cosa ci invita? “In qualsiasi luogo tu ti trovi, in vacanza, in villeggiatura, sei qui per caso, ti invito oggi, cioè ora, in questo momento, dice il Papa, a rinnovare l’incontro personale con Gesù Cristo o almeno prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui. “Ah, ma non è per me! Io sto a posto, io non ho problemi! Oppure ne ho troppi, figurati se quello lassù sta a pensare a me!”. Non c’è nessun motivo, dice il Papa, che tu possa pensare che questo invito non è per te. Perché, dice il Papa, nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore. Che bello! Nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore. Cosa stanno facendo questi ragazzi qua con le magliette bianche…avete visto? Questi giovani sono qui per fare che cosa? Per rispondere a questa lettera del Papa, cioè che nessuno venga escluso da questa gioia. E vanno nelle strade, nelle spiagge a portare questa gioia. Nel Vangelo che abbiamo letto, di Matteo, Gesù ringrazia il Padre “Ti lodo e ti benedico, Padre”. Nel Vangelo di Luca che è un parallelo a questo passo, Gesù si dice che “esultò nello Spirito”. Fece un salto…come allo stadio. Avete presente allo stadio” Dice il Papa che quando si va allo stadio, si esulta. E perché non si esulta per il Signore, dice il Papa? E’ l’omelia che ha fatto il 28 gennaio 2014, andate a vedere…Il 28 gennaio 2014 il Papa dice: “La preghiera di lode ed esultanza è una preghiera difficile”, dice il Papa”perché noi di solito ci lamentiamo, non va bene questo, non va bene quell’altro…oppure andiamo dal Signore e gli chiediamo le cose…che va bene….ma dice il Papa “c’è una preghiera tanto potente, di cui la Bibbia ne è piena, dall’inizio alla fine ed è la preghiera di Lode e questa preghiera di lode non è riservata a quelli del Rinnovamento, dice il Papa. No, perché la fa Gesù! La fa Gesù proprio nel Vangelo. Esulta. E sapete perché esulta Gesù nel Vangelo di Luca? Che cosa c’è nei versetti prima di questa esultanza? Perché gli apostoli erano appena tornati dalla missione, pieni di gioia e hanno raccontato a Gesù, come fanno questi ragazzi… Li ho visti tornare oggi, tre/quattro…erano luminosi! Avevano una gioia nel cuore incredibile e mi è venuto in mente proprio questo Vangelo. ….Perché raccontavano a Gesù le meraviglie, e Gesù gli dice: non esultate per queste meraviglie, ma dice Gesù “esultate perchè i vostri nomi sono scritti….dove? In cielo! Allora se i nostri nomi sono scritti nei cieli vuol dire che quella è la nostra destinazione. O no? E’ la destinazione finale. Allora vi faccio questa domanda: quanti di voi durante il giorno pensano alla vita eterna? Al paradiso? Quanti di voi? Pochi…Eppure, eppure guardate che è il nostro futuro. E noi viviamo come se il paradiso non esiste. Eppure ci dice il Signore che questa vita è un passaggio. Forse il più grande tabù che oggi c’è è la paura della morte, la paura della morte, eppure le nostre città, i nostri luoghi sono pieni della cultura della morte. Sin dal seno materno…sapete quanti milioni di amici mancano qui? Sei milioni ne mancano, dati dichiarati. Come l’olocausto. Di vite che non sono venute alla luce, per non parlare di quelle che poi vengono soppresse. Eppure in questa cultura di morte abbiamo paura della morte. E nell’evangelizzazione che noi facciamo vediamo questo perché nel cuore di tanti giovani che noi incontriamo in queste spiagge, in queste strade, in questa Notte rosa, c’è la morte dell’anima, la morte del cuore. Vedi degli zombie viventi. E alla domanda: ma tu sei felice? Come va la tua vita? Sembra che non solo i giovani ma gli italiani hanno smesso di desiderare. Secondo una analisi ISTAT di qualche hanno fa gli italiani non desiderano più, non c’è più desiderio. E quando non c’è più desiderio, sapete questo di cosa è indice? E’ indice che l’anima è morta. Perché dice Agostino che come il corpo è attratto dai piaceri della carne, quindi il piacere attira il corpo, così dice sant’Agostino..l’anima non ha i suoi piaceri? Sì. E qual’è? Il desiderio. Quando tu smetti di sognare nella tua vita, quando tu smetti di desiderare, quando vedo dei giovani che prendono questi pullman della morte o questi treni della morte che invece di andare ad Auschwitz, vanno alla Notte rosa…..E noi di fronte a questo cosa facciamo? Sono forse io custode di mio fratello? Chi l’ha detta questa parola? Caino. Sono io custode di mio fratello? Sì! Sei custode di tuo fratello, sei custode di tua sorella! Il Papa vedete è venuto a Firenze in visita privata ed è andato a pregare sulla tomba di don Lorenzo Milani….avete saputo questa notizia, no?…..e ha in un certo senso riabilitato don Lorenzo, il quale non è che era un prete ribelle, era un prete santo. Sapete qual era lo slogan di….(I care) bravi! E che cosa vuol dire? Mi sta a cuore, mi prendo cura! Perchè all’epoca di don Lorenzo la frase più ricorrente era “Me ne frego, non m’importa”. Come oggi. Allora questi ragazzi che vanno nelle strade, che vanno nelle piazze che cosa stanno facendo? Si stanno prendendo cura di suo fratello. E mi ha commosso sentire questi incontri, questi racconti, di giovani che dopo un abbraccio scoppiano a piangere e ti raccontano tutta la loro vita. Forse questi ragazzi non li sappiamo ascoltare. Non c’è tempo…forse la frase che più ricorre oggi è “non c’è tempo”. Non c’è tempo perché ho da lavorare, ho fare di qua, di là, non c’è tempo… Mio nipote a forza di “non c’è tempo” è finito nella droga, nella cocaina, nell’alcool… Poi grazie a Dio è entrato in comunità e adesso sta risorgendo…Allora la cosa più preziosa è fermarsi e cominciare a prendersi un po’ di tempo coi nostri figli, con il nostro marito, con la nostra moglie e diventare piccoli, bambini. Diventare bambini, perché Gesù ringrazia il Padre, Gesù si rivolge a un Padre. Chi è nostro Padre? Chi è che ci guida nella nostra vita? Quale direzione uno sta prendendo? Chi è il Signore della nostra vita? Chi è? Il potere? La carriera? O devo prendere un utero in affitto perché non ho tempo di fare un figlio? Perché ho da fare…allora prendo in affitto una donna, un uomo…è quello che sta succedendo oggi, la disumanizzazione è arrivata fino a questo punto…affittare non una camera per venire al mare a Riccione, ma una persona, perché sia per me uno strumento per il mio piacere e questa è la cultura della morte. Questo succede sotto i vostri occhi. Allora oggi il Vangelo ci da questa buona notizia che se tu ti prendi cura di tuo fratello, se tu vai incontro a tuo fratello e gli condivi questa gioia, vedrai miracoli. Ma sapete don Lorenzo Milani tutta la sua vita con quante persone l’ha passata? Sapete quante? Oggi mi fanno ridere quando dicono quanta gente c’è in parrocchia? Quante Eucarestie? Quante Comunioni hai dato tu? Sapete don Lorenzo Milani per quante persone ha speso la sua vita? Sapete quante? Quindici. Quindici persone. Ha speso la sua vita per quindici persone. E noi vogliamo le chiese piene, vogliamo che le persone ci seguano quando non siamo capaci di amare anche una sola persona, perché Gesù va incontro alla pecorella, a una, Gesù sa contare fino a uno. Non sa contare più di uno, perché ognuno di noi è unico ai suoi occhi. Questa è la buona notizia per te che sei qui stasera: gesù ti vuole incontrare, vuole farti passare dalla morte alla vita. Vuole farti grazia! Svegliati, tu che dormi e Cristo ti illuminerà! Una volta sono andata in un carcere di ergastolani, all’Isola d’Elba, c’era un ragazzo che era condannato a trent’anni, di una famiglia ricca, benestante, aveva fatto una bravata, era andato a rubare in una gioielleria e nella fuga aveva sparato e aveva ucciso due poliziotti ed era in carcere. E lui dice che la cosa più dolorosa è stata quando sono andati a casa a prenderlo e ha visto la sua mamma piangere. E' stato in carcere diversi anni e poi ad un certo punto abbiamo fatto una missione in questo carcere di ergastolani. E abbiamo fatto la Via Crucis nel carcere e lui faceva Gesù, nessuno voleva fare Giuda tra tutti i detenuti, nessuno voleva fare Giuda…era impressionante perché c’era questo corridoio, come si vede nei film americani, il corridoio della morte…e alla fine di questo corridoio c’è stata la scena della Crocifissione e questo ragazzo che si chiama David, è irlandese, ad un certo punto…ateo….mentre era in croce ha gridato:”Padre, Abbà, Father, Père!”. In tutte le lingue che conosceva… Poi è caduto in terra, quindi ha messo in scena la morte, e lui dice che quando è caduto in terra ha fatto questa preghiera, ha detto: “Signore, se tu ci sei, fra tre giorni vieni ad incontrarmi”. Tre giorni dopo, la mattina, la domenica mattina in questo carcere, piccolo, piccolissime le celle, ad un certo punto mentre lui dormiva entra un uccellino nella sua cella, si mette sul comodino e comincia a cantare. Lui si è svegliato e da lì ha incontrato il Signore. Il terzo giorno. E ha cambiato vita. Questo ragazzo…anche in un carcere si può incontrare Gesù Cristo perché le prigioni sono quelle del cuore, non sono quelle fisiche. E lui da lì ha cominciato una vita nuova. Pensate un po’ la potenza della Resurrezione di Gesù. Allora vogliamo concludere proprio con questa grido, va bene? Ci dobbiamo evangelizzare, dobbiamo evangelizzare tutta Riccione, come dice il Papa, che quesa gioia possa raggiungere ciascuno di noi, come un’onda che possa uscire da qui e raggiungere tutti i giovani e tutta la costa. Siete pronti? allora facciamo questo grido, io dico: Cristo è risorto! e voi gridate: E’ veramente risorto!Forte, eh! Se poi crolla il soffitto, don Valerio, pazienza…la Provvidenza ci penserà. Siete pronti? Fantastico!

Omelia che don Gianni Castorani ha tenuto alla S.Messa del 9 luglio 2017 in occasione della Missione di evangelizzazione di strada e di spiaggia svoltasi dal 6 al 10 luglio 2017, a Riccione.

Don Gianni Castorani è fondatore delle Sentinelle del mattino di Pasqua di Firenze.
www.sentinelledipasqua.it

Vangelo del giorno
Matteo 11, 25-30
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

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