Evangelizzazione 2017. Omelia del Vescovo Francesco Lambiasi



Testo dell'omelia
In un film, gli ultimi fotogrammi, le ultime sequenze, le ultime parole sono decisive per cogliere bene il messaggio di quel film. La stessa cosa succede anche ad un romanzo, succede anche ad un libro come il Vangelo, in questo caso il Vangelo di Matteo: sono le ultimissime parole che ricorrono nel Vangelo di Matteo, dove abbiamo un vuoto e un pieno. Il vuoto perché Matteo a sorpresa racconta la Risurrezione di Gesù, come anche gli altri tre Vangeli, ma non riporta il racconto dell’Ascensione di Gesù al cielo. Perché Matteo fa questa trasposizione? Perché ci vuole far capire che l’Ascensione non è Gesù che sale su un missile, buca la stratosfera e se ne va oltre i cieli e si rende latitante, irreperibile…no! Matteo vuole far capire che con la Resurrezione, Gesù non si sottrae alla nostra presa. L’Ascensione non è una sottrazione ma è una moltiplicazione della presenza di Gesù. Gesù mantiene la promessa: Lui si chiama Gesù, l’Emmanuele, Dio con noi! Ecco perché quelle ultime parole: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.
Dunque questo Vangelo ci annuncia una promessa “Io sono con voi tutti i giorni…anche il 7 luglio del 2017!…..anche l’8….anche il 9…il 10….e tutti gli altri giorni della Storia”.
Gesù non è presente a giorni alterni ma continua a camminare con noi: “Io sono con voi tutti i giorni!”. E non potremmo cantare qui un’altra Halleluja, come questo frenetico, vibrante che avete cantato per dire: “Grazie, Gesù! Perché tu mantieni la promessa. Gesù, oggi io ti ho incontrato e se credo di non averti incontrato è perché non ti ho visto con gli occhi della fede”. Solo la fede ci permette di vederti e di contattarti. Ma, attenzione, perché c’è una paroletta in questo Vangelo che sembra una sorta di sgrammaticatura, o meglio come una parola in più, una parola stonata… Perché dice così:”A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra”. Dunque ci aspetteremmo: Gesù ti applaudiamo! Ti è stato dato ogni potere, puoi fare tutto da solo!”.
No, a me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra, andate dunque… dunque significa la conseguenza…significa allora che Gesù che ha ogni potere, non vuole fare tutto da solo, no! Perché lui non è come un politico che acquisisce potere e dunque lo esercita lui a nome degli altri, al posto degli altri, mettetela come volete….Gesù è uno che il suo potere lo condivide con noi. Ecco quel “dunque”! Andate, dunque e fate discepoli tutti i popoli. Però potremmo dire: Gesù, dunque, tu adesso dai a questi undici apostoli, a questo gruppetto di donne, tanto care, forse un po’ esaltate anche loro, forse un po’ esaltati anche gli altri discepoli, ma a questo gruppetto di uomini e di donne tu dai il tuo potere? Ma ti rendi conto? Bene, Gesù dà il suo potere a questa povera gente perché lui ragiona sempre alla rovescia… Sì, per rispetto dovremmo dire “alla dritta” ma perché appunto noi ragioniamo alla rovescia perché tutto congiurava perché Gesù facesse tutto da sé, e invece lui continua a fidarsi di me, di te, di noi…questa è la cosa stupefacente! Capiamo allora questo “dunque”: andate, dunque! E qui c’è una cascata di verbi che dobbiamo riprendere perché sono molto importanti.
Andate: primo verbo. Secondo: Fate discepoli, per noi in italiano ci vogliono due parole, per dire quello che in greco san Matteo scrive con una sola parola, è un solo verbo, che si traduce appunto “fate discepoli”. Terzo: battezzandoli. Quarto: insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Allora….andare: Andate! Gesù dice: non state con il naso all’insù, io non sto oltre le nuvole, io sto a fianco a voi, sono qui con voi tutti i giorni, sono qui per voi. Andate! Che bello questo verbo! Andate per le strade! Andate a profumare le case, le strade, le discoteche, i bar, le spiagge, andatele a profumare di Vangelo! Se davvero voi avete fatto il pieno di Vangelo non potete non contagiare il Vangelo: gli altri ve lo vedono scritto negli occhi che voi ci credete nel Vangelo, se no non andate. Ma se, come vedo, i vostri occhi brillano di Vangelo, andate! Non tenetelo per voi stessi, non mettetelo in uno scaffale, non riducete il Vangelo a un libro polveroso che sta lì…il Papa ha detto “Portate il Vangelo”: proprio materialmente il libretto dei quattro vangeli, che è un librettino così…,portatelo in tasca, sempre,
nella borsa, nella borsetta, nello zaino, nel taschino…andate! Ma soprattutto stampatevelo in faccia il Vangelo, tatuatevelo sul cuore, allora gli altri ve lo leggeranno e vi benediranno perché scopriranno la gioia del Vangelo. Andate!
Secondo: fate discepoli. Che non significa: aprite una scuola rabbini come facevano ai tempi di Gesù. Gesù non ha aperto una scuola come ha fatto le rabbì Shammai, le rabbì Gamaliele il maestro di san Paolo, non ha aperto una scuola a Gerusalemme… Gesù ha insegnato per strada, ha insegnato camminando. La strada è stata la sua casa perché gli uccelli del cielo hanno i loro nidi, le volpi hanno le loro tane ma il figlio dell’uomo non ha dove posare il capo. Questo Gesù che non si stanca di camminare, che non si stanca di fidarsi di noi. Siamo soggetti affidabili noi? No, eppure Gesù si fida. Diventiamo soggetti affidabili se ci fidiamo di Lui che si fida di noi.
Fate discepoli: non fate corsi sul Vangelo! Quello lo farà pure qualcuno…servirà, perché no. Ma come serve, che so, un corso di pediatria serve pure l’analisi chimica del latte materno ma poi se le mamme non allattano, mica i bambini possono prendere il latte dai libri di pediatria o di non so che…ecco, fate discepoli!
Terzo: battezzare. Noi abbiamo perso il senso di questo battezzare perché quando vediamo il battesimo come si fa per i bambini, vediamo che il prete prende un po’ d’acqua, la versa sulla testa…forse qualche volta abbiamo visto un battesimo per immersione. Benissimo. Ecco, battezzare significa tuffate, immergete! Quanta gente c’è in questi giorni al mare che si tuffa nel mare. Battezzare significa tuffare, lanciare. Nel nome del Padre non significa fare il segno della croce, ma tuffateli nella vita di Dio, immergeteli con l’acqua che gli arriva fin sulla testa, cioè impregnate la vita di Vangelo. Battezzateli nel Padre, nel Figlio, nello Spirito: questo Dio che è tutto e solo Amore. Battezzateli. E poi? Ultimo verbo: insegnate loro ad osservare ciò che io vi ho comandato, dove insegnare non significa fargli un corso di teologia o di filosofia morale, ma come ho fatto io…come ha fatto Gesù? Andava in giro con un registro sotto l’ascella e con un libro da spiegare? No, è Lui la Parola, è Lui il Libro, è Lui l’insegnamento! Fate discepoli e insegnate: in-segnate. Segnate la loro strada con queste frecce direzionali che siete voi, allora loro cammineranno. Non dovrete prenderli in braccio, perché hanno gambe per camminare, non trattateli da bambini, non trattateli da pagani. Gesù non ha trattato nessuno da pagano. Non trattateli da dei vuoti da riempire, ma trattateli da persone, insegnate loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato…e finiamo con queste parole che vi invito a ripetere perché davvero ci si stampino nel cuore: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. Quindi in questi giorni non siete soli voi, ma è Gesù con voi. Ripetiamo la promessa di Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

Omelia che Mons. Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini, ha tenuto nella S.Messa del 7 luglio 2017 in occasione della Missione di evangelizzazione di strada e di spiaggia svoltasi dal 6 al 10 luglio 2017, a Riccione.

Vangelo del giorno
Matteo 9, 9-13
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

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