L'ultimo giorno in terra (dalla veglia di Alberto Marvelli)



Testo della veglia
Lettore
Aveva iniziato la giornata di quel sabato 5 ottobre ricevendo l’Eucarestia nella sua parrocchia alle 10.30.
Aveva trascorso la mattinata in ufficio fra pratiche, problemi e gente da ricevere nel pomeriggio aveva tenuto un comizio a Miramare, poi era passato alla sede dei laureati in Santa Croce.
Ad adorazione terminata - era il primo sabato del mese e i laureati partecipavano all’adorazione guidata dal Vescovo - incontrò alcuni amici e si fermò con loro qualche minuto rammaricandosi che non si fosse lavorato molto per le elezioni.
Volò di corsa verso casa. Sulla piazzetta della chiesa di Maria Ausiliatrice si fermò a parlare con l'amico Pasquale Montevecchi, concludendo con il consueto ottimismo: "Il bene avrà sempre il sopravvento sui male”.
A casa mangiò in fretta; doveva tenere l'ultimo comizio a S. Giuliano a mare. Non fumò neppure la solita sigaretta. Salutò in fretta la mamma sulle scale.
Saltò sulla bicicletta. Erano le ore 20.30. Passò da un amico che doveva andare con lui; poiché non era pronto gli disse che l'avrebbe preceduto per dare all'amico Masinelli le istruzioni sul seggio per la mattina seguente. A duecento metri da casa, superato l'albergo "Stella polare”, fu investito da un camion militare, che ritornava sulla destra dopo aver sorpassato un filobus in sosta alla fermata.
Il camion, che andava a forte velocità, lo colpì al capo con il gancio della sponda laterale, scaraventandolo contro il muretto di cinta di una villa. I passeggeri del filobus vedono agghiacciati la scena e chiamano soccorso. Immediatamente il dottor Gaddi lo fa trasportare dal filobus stesso fino alla fermata di via Pascoli dove si trova la Casa di cura "Villa Assunta".
Alberto non ha ferite, ma ha perso conoscenza, per il forte colpo alla testa. Masinelli accorre subito e lo assiste amorevolmente, accorre il parroco don Travaglini, che gli amministra l'estrema unzione. L'infermiera Lina Tordi ha ancora viva la scena.

Lettore 2
Il dott. Contarini arrivò in due minuti;mi fece preparare una iniezione di adrenalina, che non servì a nulla.. Gli ho sfilato il fazzoletto dal taschino, ne è uscita anche la corona del rosario.
Lo lasciammo nella camera del pronto soccorso. Continuava a fare un rantolo, ma già il polso non c’era più. Gli fu praticata anche la respirazione artificiale. Inutilmente.

Lettore
La mamma accorse subito con il fratello Giorgio e lo assistette con coraggio e fortezza eccezionali durante le lunghe ore di agonia fino alla morte, che avvenne senza che Alberto riprendesse conoscenza. Morì fra le braccia della madre, che in quella circostanza mostrò una fortezza eroica. Quando anche l'ultimo respiro cessò, in una angoscia senza lamento, mormorò:
"Perché, Signore?”…
"Alberto è morto"…, ,
"Lei che ha tanta fede, mi può spiegare perché è successo questo?

Alberto
La morte e la vita fanno parte della stessa santità, rispondendo a Dio teniamo in conto tutto. Oggi dal paradiso vedo molto meglio come la vita sulla terra sia un ponte verso l'eternità, tutto scompare, solo l'amore rimane. Ma è l'amore che porta con se tutto. E' meraviglioso! Eppure l'eternità si apre con la più sconvolgente delle esperienze: la morte. Dove tutto è buio, li Dio sa inventare il meglio. Quando tutto il cielo è profondamente nero, lì si apre l'alba più meravigliosa. Proprio adesso scorgo nuove luci. Sono le vostre preghiere che i postini di Dio hanno già portato in questo angolo di paradiso. Le vostre candele accese come di riflesso accendono l'amore già infinito. Non potete neppure immaginare quanto sia bello. Davanti al Re prego per voi giovani, perché non manchi nessuno a questo appuntamento, l'unico che vale.

Celebrante
Il Signore che ha manifestato la sua misericordia nei Santi vi conceda di imitarli nella santità.
Amen.

Il Signore che ha scelto Alberto Marvelli come esempio per i giovani del nostro tempo vi conceda di seguirlo con la sua stessa generosità.
Amen.

Il Signore che ama immensamente i giovani vi faccia pescatori di altri giovani come voi.
Amen.

E la benedizione di Dio Onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Recita
Don Franco Mastrolonardo e i ragazzi del Punto Giovane di Riccione

Autore
F. Mastrolonardo. “Veglia Marvelli”. Punto Giovane, 2015. iBooks. https://itun.es/it/UifY5.l

Chi è Alberto Marvelli
Alberto Marvelli nasce a Ferrara il 21 marzo del 1918 e muore a Rimini il 5 ottobre 1946 ad appena 28 anni. Una vita breve, ma ricca. Secondogenito di sette fratelli Alberto si stabilì con la sua famiglia a Rimini nel 1930. Qui frequentò l'oratorio salesiano, di cui visse intensamente la vita. Dopo le scuole primarie e il ginnasio, si iscrisse al Liceo Classico Giulio Cesare… Prestò servizio militare a Trieste nel '41 e a Treviso nel ’43 fino all'otto settembre. Nel giugno del '42 si laureò in ingegneria meccanica a Bologna. Per alcuni mesi del 1942 fu impiegato alla Fiat di Torino all'ufficio progetti. Nell'anno scolastico 1942/43 fu insegnante presso l'Istituto Tecnico Industriale di Rimini. Nel periodo bellico e post-bellico della seconda guerra mondiale, dal 1940 al 1946, nella Rimini martoriata e distrutta dai bombardamenti, fu figura di grande rilievo, non solo per l'integrità di vita, ma anche per l'impegno sociale e politico. Cattolico fervente, uomo di fede e di preghiera, visse il suo impegno laicale nella costruzione della città terrena, con competenza, onestà, rettitudine: fu buon amministratore dei beni pubblici. Fu assessore comunale con l'incarico dell'Ufficio Alloggi e Ricostruzione; ingegnere responsabile della locale sezione del Genio Civile. Militò nelle organizzazioni cattoliche; vice presidente dell'Azione Cattolica, presidente dei laureati cattolici, membro del direttivo della Democrazia Cristiana. Il 5 ottobre 1946, mentre si recava a tenere un comizio per le elezioni amministrative - anche lui era nel lista per la D.C. - morì investito da un camion militare.

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