Il dopoguerra (dalla veglia di Alberto Marvelli)



Testo della veglia
Lettore 
Al momento della liberazione Rimini è allo sbando: senza guida e senza autorità pubbliche operanti. Fra gli assessori della giunta c'è Alberto Marvelli; non è ancora iscritto ad alcun partito; non è stato partigiano; ma tutti hanno riconosciuto e apprezzato l'enorme lavoro di assistenza agli sfollati nel circondario di Rimini e nella Repubblica di S. Marino. E' giovane, ha solo 26 anni; ma la concretezza nell'affrontare i problemi, il coraggio nelle situazioni più difficili la disponibilità senza limiti lo hanno reso popolare e meritevole di un compito così impegnativo.

Lettore  
Ricordo un giorno una donna che veniva, probabilmente a piedi, da Vergiano. Era arrivata all'ufficio alloggi fin dalla mattina e la notai subito stanca e affranta. A mezzogiorno l'usciere, com'era suo solito, urlò: "Fuori tutti, si chiude, si torna domani". Vidi quella signora che non protestò come normalmente si faceva, ma seduta abbassò la testa fin quasi a toccare le ginocchia e pianse. Allora come d'istinto gridai: "Non va via nessuno. Oggi ricevo tutti"! E poi mi voltai verso l'usciere con cui non avevo concordato questo lavoro straordinario e gli dissi: "Tu vai pure". Ecco nomino questo signore come usciere del pomeriggio. Con questo stratagemma un po' confuso riuscii a parlare con quella signora e mi impegnai personalmente a trovarle una casa.

Assemblea
"Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova".

Lettore 
L'ufficio alloggi era sempre l'ultimo a chiudere; anche quando tutti gli altri dipendenti se ne erano andati, Alberto rimaneva, finché non avesse ascoltato tutti. E nessuno andava via senza una promessa fattiva. Il fratello Carlo, che abita con Alberto nella villa al mare, si lamenta perché Alberto é sempre in ritardo.
"Quando torna a casa non si riesce a mangiare in pace per la fila ininterrotta sia dei poveri, complice mia madre, sia dei clienti che per trovarlo devono arrivare all’ora dei pasti".

Lettore 
Tutti ricorrono a lui, perché sanno che Alberto li aiuterà. Non si limita ad accogliere nelle ore d’ufficio o a casa, ma va lui in cerca di chi ha bisogno. Non tutti, specialmente i più poveri e ignoranti, sanno come impostare le pratiche per ottenere il finanziamento del Genio Civile, per riparare la casa. Alberto va in tutte le case e abitazioni rovinate per dare istruzioni. Andava nelle case dei poveri e di quelli che da soli non avrebbero saputo fare. Per la sua serietà professionale ed il suo generoso impegno è ammirato e stimato da tutti.

Assemblea
“La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutti crede, tutto spera, tutto sopporta”.

Lettore 
In vista delle elezioni amministrative, fissate per il 6 ottobre, Alberto era tra i candidati della D.C.. Era quasi certo che la D.C. sarebbe andata in minoranza, ma tutti, anche gli avversari politici, sarebbero stati contenti di averlo come sindaco. Ora che per i cattolici si apriva un nuovo campo di lavoro, bisognava dare con generosità il proprio tempo e le proprie energie: l’attività politica poteva e doveva diventare l’espressione più alta della fede vissuta.

Alberto
Noi giovani cristiani abbiamo una raddoppiata responsabilità davanti a Dio e davanti al mondo.
Bisogna fondare il diritto nazionale ed internazionale su basi cristiane. Il Vangelo e le Encicliche pontificie devono essere la norma di vita non solo dei singoli, ma dei popoli, delle nazioni, dei governi, del mondo. Ma non ci può essere una incisiva azione politica, se non è sostenuta da purezza e santità di coscienza. Per puntellare la libertà occorrono non i cannoni, ma la grazia di dio e la purezza e santità di coscienza. E' patriottismo pregare perché i capi siano in grazia.

Assemblea
"La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità, ma di tutte più grande è la carità!"

Recita
Don Franco Mastrolonardo e i ragazzi del Punto Giovane di Riccione

Autore
F. Mastrolonardo. “Veglia Marvelli”. Punto Giovane, 2015. iBooks. https://itun.es/it/UifY5.l

Chi è Alberto Marvelli
Alberto Marvelli nasce a Ferrara il 21 marzo del 1918 e muore a Rimini il 5 ottobre 1946 ad appena 28 anni. Una vita breve, ma ricca. Secondogenito di sette fratelli Alberto si stabilì con la sua famiglia a Rimini nel 1930. Qui frequentò l'oratorio salesiano, di cui visse intensamente la vita. Dopo le scuole primarie e il ginnasio, si iscrisse al Liceo Classico Giulio Cesare… Prestò servizio militare a Trieste nel '41 e a Treviso nel ’43 fino all'otto settembre. Nel giugno del '42 si laureò in ingegneria meccanica a Bologna. Per alcuni mesi del 1942 fu impiegato alla Fiat di Torino all'ufficio progetti. Nell'anno scolastico 1942/43 fu insegnante presso l'Istituto Tecnico Industriale di Rimini. Nel periodo bellico e post-bellico della seconda guerra mondiale, dal 1940 al 1946, nella Rimini martoriata e distrutta dai bombardamenti, fu figura di grande rilievo, non solo per l'integrità di vita, ma anche per l'impegno sociale e politico. Cattolico fervente, uomo di fede e di preghiera, visse il suo impegno laicale nella costruzione della città terrena, con competenza, onestà, rettitudine: fu buon amministratore dei beni pubblici. Fu assessore comunale con l'incarico dell'Ufficio Alloggi e Ricostruzione; ingegnere responsabile della locale sezione del Genio Civile. Militò nelle organizzazioni cattoliche; vice presidente dell'Azione Cattolica, presidente dei laureati cattolici, membro del direttivo della Democrazia Cristiana. Il 5 ottobre 1946, mentre si recava a tenere un comizio per le elezioni amministrative - anche lui era nel lista per la D.C. - morì investito da un camion militare.

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