Vangelo



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 11, 28-30

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Recita
Vittoria Salvatori

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Meditazione
Cos’è il giogo? Il giogo è un dispositivo, concepito fin dall'antichità per la trazione animale, che, applicato alla parte anteriore del corpo di uno o più animali da tiro, ne permette la sottomissione. Come giogo si intende anche la condizione di assogettamento a qualcuno. Si dice infatti: imporre un giogo! Quindi da questo deduciamo che Gesù nel Vangelo parlando di giogo ci chiede una sottomissione a lui. Infatti ci dice: prendete il mio giogo sopra di voi.
Bene. Ora però questo giogo non è pesante, non è opprimente. Anzi dice Gesù che è un giogo dolce. Non è il giogo imposto dagli scribi e dai farisei e dai dottori della legge che "percorrono il mare e la terra per fare un solo proselito e lo rendono figlio della Geenna” e che "caricano gli uomini di pesi insopportabili e loro non li toccano neppure con un dito”. No, il giogo di Gesù è dolce.
Gesù invita stanchi e oppressi a prendere il suo giogo. Come dire: lasciatevi sottomettere da me, allora troverete ristoro. Ma gli uomini non si vogliono sottomettere a Dio. Rivendicano la loro libertà, la loro autonomia. Non hanno voglia di portare nessun giogo. Ed e’ così che invece si ritrovano a perdere tutto, perché diceva Dostoevskij: chi non si inginocchia di fronte a Dio, si inginocchierà inevitabilmente di fronte agli uomini.

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