Maria donna dell'attesa (preghiera/poesia)



Testo della preghiera
Santa Maria, Vergine dell'attesa, donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono. Vedi: le riserve si sono consumate. Non ci mandare ad altri venditori. Riaccendi nelle nostre anime gli antichi fervori che ci bruciavano dentro quando bastava un nonnulla per farci trasalire di gioia: l'arrivo di un amico lontano, il rosso di sera dopo un temporale, il crepitare del ceppo che d'inverno sorvegliava i rientri in casa, le campane a stormo nei giorni di festa, il sopraggiungere delle rondini in primavera, l'acre odore che si sprigionava dalla stretta dei frantoi, le cantilene autunnali che giungevano dai palmenti, l'incurvarsi tenero e misterioso del grembo materno, il profumo di spigo che irrompeva quando si preparava una culla.
Se oggi non sappiamo attendere più, è perché siamo a corto di speranza. Se ne sono disseccate le sorgenti. Soffriamo una profonda crisi di desiderio. E, ormai paghi dei mille surrogati che ci assediano, rischiamo di non aspettarci più nulla neppure da quelle promesse ultraterrene che sono state firmate col sangue del Dio dell'alleanza.

Santa Maria, donna dell'attesa. Conforta il dolore delle madri per i loro figli, ne conosciamo tante di queste madri, che soffrono per i loro figli, che usciti un giorno di casa, non ci sono tornati mai più, perchè uccisi da un incidente stradale, o perchè sedotti dal richiamo della giungla, perchè dispersi dalla furia della guerra, o perché risucchiati dal turbine delle passioni, perchè travolti dalla tempesta del mare o perché travolti dalle tempeste della vita. Abbiamo visto in questi giorni millecinquecento tossicodipendenti, malati di AIDS, alle loro stalle millecinquecento madri che hanno atteso disperate il rientro dei loro figli in casa.

Vergine dell'attesa, riempi i silenzi di Antonella che non sa che farsene dei suoi giovani anni, dopo che lui se n'è andato con un'altra. Colma di pace il vuoto interiore di Massimo che nella vita le ha sbagliate tutte e l'unica attesa che ora lo lusinga è quella della morte. Asciuga le lacrime di Patrizia che ha coltivato tanti sogni a occhi aperti e per la cattiveria della gente se li è visti così svanire ad uno ad uno che ormai teme anche di sognare ad occhi chiusi.
Santa Maria, Vergine dell'attesa, donaci un'anima vigiliare, soprattutto a noi sacerdoti. Giunti alle soglie del terzo millennio, ci sentiamo purtroppo più figli del crepuscolo che profeti dell'avvento. Sentinella del mattino, ridestaci nel cuore la passione di giovani annunci da portare al mondo, che si sente già vecchio. Portaci, finalmente, arpa e cetra, perché con te mattiniera possiamo svegliare l'aurora.
Di fronte ai cambi che scuotono la storia, donaci di sentire sulla pelle i brividi dei cominciamenti. Facci capire che non basta accogliere: bisogna attendere. Accogliere talvolta è segno di rassegnazione. Attendere è sempre segno di speranza. Rendici, perciò, ministri dell'attesa. E il Signore che viene, Vergine dell'avvento, ci sorprenda, anche per la tua materna complicità, con la lampada in mano.

 

 

Recita
Don Tonino Bello. Registrazione tratta da DTB Channel & www.dontoninobello.it, per gentile concessione dei curatori.

Preghiera di contemplazione

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