Evocazione o invocazione?

Attenzione a non sbagliare meta della preghiera

“Non praticherete alcuna sorta di divinazione odi magia... non vi rivolgerete agli spiriti, ne agli indovini; non li consultate, per non contaminarvi a causa loro. Io sono il Signore il vostro Dio” (Levitico 20.6)

 

Se di per sé non si può escludere che esistano influenze di intelligenze in grado di comunicare con noi perché lo spirito ha facoltà che le creature umane non hanno, e quindi esiste la possibilità che i defunti si manifestino, difficile è però stabilire l'autenticità dei singoli casi poiché il fenomeno non evade dal meccanismo della psicologia comune ordinaria e perciò può essere prodotto inconsciamente dall'individuo stesso.

 

Resta però il fatto che l'iniziativa è sempre di Dio. Non è lecito pretendere una manifestazione (evocazione) perché «queste cose sono in abominio al Signore» (Deut. 18.10-14). L'idea di evocazione degli spiriti è completamente distinta dall'invocazione che suppone invece la preghiera a Dio umile e fiduciosa.

 

E’ poi così vero che l’evocazione ci permette di comunicare con i nostri defunti? Un brano dell’Antico Testamento pone alcuni interrogativi:

 
“Allora Saul disse ai suoi servitori: «Cercatemi una donna che sappia evocare gli spiriti e io andrò da lei a consultarla». I servitori gli dissero: «A En- Dor c’è una donna che evoca gli spiriti». Allora Saul si camuffò, si mise altri abiti, e partì accompagnato da due uomini. Giunsero di notte dalla donna e Saul le disse: «Dimmi l’avvenire, ti prego, mediante l’evocazione di uno spirito, e fammi salire colui che ti dirò”. (1 Sam 28. 7-9)

 
Affermare che sia stata una evocazione spiritica e non il vero Samuele, che invece per disposizione divina, confermò a Saul la sua triste fine, significherebbe ammettere l’ipotesi spiritistica che dichiara di essere in grado di mettere in grado i viventi in comunicazione con gli spiriti dei defunti e questo testo ne sarebbe la conferma. Infatti, gli spiritisti prendono il nostro episodio biblico a sostegno dei fenomeni paranormali dovuti agli spiriti dei defunti che agirebbero durante le sedute medianiche.

In realtà non esiste alcuna parola che affermi che l’evocatrice intervenne in qualche modo nell’apparizione di Samuele.

Oltretutto, se fosse stata la donna ad agire da medium, Saul non avrebbe potuto parlare direttamente con Samuele, mentre è evidente dal testo che tra Samuele e Saul si instaura un vero e proprio dialogo.


A conclusione potremmo dire che la vera preghiera non cerca di conquistare Dio o i suoi favori, ma è semplicemente un dialogo, un ascolto e un concedersi gratuito da figlio a Padre, da amico ad amico.

 
A cosa serve un fiore? Il botanico vi dirà che serve per la riproduzione ma non credeteci; per lo meno non credeteci totalmente perché ha ragione solo per metà. Sappiamo bene quanti fiori vanno «sprecati» ai fini della riproduzione e che la maggior parte sboccia solo per la bellezza della pianta e il piacere degli occhi. È un invito a celebrare la gratuità e a «difendere» queste preghiere senza scopo: che non domandano favori, che non si attendono miracolo né «grazie segnalate», ma solo cercano un disinteressato conversare come quando si va a far visita a un amico, cosí, per nulla. (Adriana Zanni, Quasi una preghiera)

 

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